sabato 2 dicembre 2017

Il caso dell'aroma di vaniglia: dall'estratto naturale alla produzione in laboratorio

Come già accennato, l’aroma di vaniglia è una delle fragranze più usate al mondo, soprattutto nel settore di dolciumi, bevande e prodotti da forno. Oggi, è raro trovare alimenti che contengano aromi naturali ed estratti di vaniglia, specialmente guardando alla produzione industriale. La causa è che questo non sarebbe di vantaggio economico per le aziende produttrici: l’aroma naturale richiede costi considerevoli perché presenta tempi e tecnologie lunghi e complessi (oltre che una resa differente in termini di gusto). Di conseguenza l’estratto di vaniglia viene ottenuto in quantità limitate, mentre l’aroma artificiale è prodotto industrialmente su larga scala.

Ecco quindi che la vanillina, estratta dai baccelli, costa dai 1200-4000$ al kg,  mentre l’aroma sintetico viene venduto intorno ai 15 $ al kg. Non stupisce dunque come oggi sia quasi impossibile trovare Vanillina naturale nei cibi che compriamo abitualmente al supermercato. Inoltre, data la sempre maggiore richiesta di prodotti naturali da parte dei consumatori, è più frequente la truffa commerciale di molte aziende che spacciano vanillina per estratto di vaniglia ( fenomeno che ha portato i chimici ad accuratissime indagini di laboratorio  per risalire all’origine del composto valutando il numero e le posizioni degli isotopi ).



LA STORIA





La storia della pianta della vaniglia ha inizio in Messico col popolo Azteco che la chiamava “Tlilxochitl”, il cui significato è ”baccello nero”. Quando i conquistatori spagnoli, capitanati da Hernán Cortés, arrivarono in Messico agli inizi del XVI secolo, osservarono che gli Aztechi erano soliti usare questa spezia per aromatizzare una bevanda a base di cacao e addolcita con miele.  Impressionati positivamente dall’aroma di questi baccelli, gli spagnoli importarono questa spezia in Europa, dove in seguito vennero avviate le prime colture grazie alla scoperta di metodi di impollinazione artificiale.







La vanillina sintetica fu identificata per la prima volta nel 1858 da Nicolas-Theodore Gobley, ma la prima sintesi in laboratorio risale al 1874 ad opera di due chimici tedeschi, Ferdinand Tiemann e Wilhelm Haarmann, che la produssero a partire dalla coniferina, una sostanza presente nella resina dei pini. La vanillina venne ottenuta per ossidazione della coniferina in presenza di bicromato di potassio ed acido solfidrico.
Dal 1937 Canada e Stati Uniti cominciarono a produrre vanillina dalla lignina presente in abbondanza nei reflui liquidi delle cartiere. Dal 1991 invece il guaiacolo, ottenuto da alcune frazioni del petrolio, subentrerà come la principale materia prima per la vanillina sintetica.

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